Sono numeri record quelli che emergono analizzando i dati delle precipitazioni di marzo rilevati da Arpa Piemonte. In totale, analizza Arpa, sono 280 i mm di precipitazioni cumulate mensili medie sul bacino del Po, chiuso alla confluenza col Ticino, che costituiscono il quadruplo di quanto precipita normalmente nel mese. Valore mai raggiunto negli ultimi settant’anni.
Due gli eventi in cui si sono concentrate le precipitazioni: nella prima decade del mese e nell’ultima settimana.
Il valore cumulato totale da inizio anno solare, evidenzia Arpa, è così elevato che se anche non dovesse piovere più fino a giugno, le piogge medie annuali in Piemonte sarebbero ancora nella media climatica degli ultimi trent’anni. Anche la precipitazione cumulata da inizio anno idrologico (dal 1 ottobre al 30 settembre) presenta un surplus importante quantificabile nel 50% rispetto alla norma 1991-2020.
Per quanto concerne le temperature registrate, appaiono lievemente superiori alla norma (+0.7°C) grazie a una prima parte del mese calda e a un’ultima settimana piuttosto fresca, che ha bilanciato il conto totale. Interessante notare come la temperatura media di marzo 6.3 °C, sia stata in linea con quella del mese precedente (6°C) a testimonianza di quanto anomalo sia stato febbraio 2024.
La regione appare in salute dal punto di vista della disponibilità d’acqua: alle scale temporali medio-brevi di un mese e di tre mesi, il Piemonte è in condizioni di piovosità severa o anche estrema, situazione che si verifica mediamente una volta ogni trent’anni circa. Alle scale temporali superiori (sei e dodici mesi) la regione è invece in condizioni di piovosità generalmente moderata e, solo nel basso Piemonte, il regime attuale è quello “normale” seppur tendente al piovoso/umido.
Situazione confortante sul fronte delle risorse idriche superficiali attualmente stoccate, in cui il valore stimato è circa il doppio di quanto si osserva normalmente in questo periodo dell’anno (4.222 milioni di mc contro 2.024 milioni di mc). In tal senso il Lago Maggiore fa segnare un surplus del 54%. L’equivalente di neve in acqua è ovunque in Piemonte più del doppio rispetto alla norma, con valori alla chiusura del bacino del Po da record assoluto relativamente al periodo dell’anno.
Nelle due annate siccitose precedenti i quantitativi erano cinque volte inferiori.
Primato storico anche sul fronte della neve al suolo per i settori settentrionali ed occidentali della Alpi, e circa di una volta e mezza superiore alla norma climatica sui rilievi meridionali.
Le portate presentano complessivamente un importante incremento, tale da non far registrare alcun deficit sui bacini della regione. I settori settentrionale e orientale, quelli più colpiti dalle precipitazioni dell’ultimo mese, contemplano surplus di portata sui corsi d’acqua superiori al +150% (+191% sul Sesia a Palestro e +153% sul Toce a Candoglia). Nel settore occidentale la Stura di Lanzo è il corso d’acqua che registra lo scarto positivo più significativo (+152% a Lanzo), mentre il Varaita quello minore (+34% a Polonghera). Anche nel settore meridionale si evidenzia una situazione positiva, ma con valori più contenuti rispetto al resto della regione (+27% sul Tanaro a Farigliano e +69% sulla Stura di Demonte a Gaiola).
In lenta ripresa quasi ovunque le acque sotterranee, che dopo due annate consecutive di siccità stanno risalendo.
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